Colline dell'Albenga e del Fiora, provincia di Grosseto, Toscana

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mappa_Toscana
Le Colline dell'Albegna e del Fiora occupano la parte cento-meridionale della provincia di Grosseto, a cavallo tra i due corsi d'acqua, e si estendono interessando gli interi territori comunali di Magliano in Toscana, Scansano, Roccalbegna, Semproniano, Manciano e Capalbio. L'area geografica è chiusa a nord dal cono vulcanico del Monte Amiata, a est si inoltra nell'Area del Tufo al di la del fiume Fiora, a sud è delimitata dal confine con la regione Lazio, a sud-ovest digrada dolcemente verso la Maremma grossetana, mentre a nord-ovest risulta in continuita con le propaggini collinari sud-orientali della Valle dell'Ombrone.

Territorio
Il territorio risulta prevalentemente collinare, a parte alcune vallate lungo i corsi d'acqua a regime torrentizio che digradano nella piana dell'Albegna. Il paesaggio è caratterizzato da castagneti che ricoprono le vette più alte delle colline nell'area tra Roccalbegna e Semproniano, mentre alle quote più basse si trovano boschi di macchia mediterranea e vegetazione fluviale lungo i corsi d'acqua. Cartina_Italia

Sorgenti termali
Ai piedi del borgo medievale di Saturnia, si trovano le rinomate sorgenti termali sulfuree di Saturnia, con stabilimenti sia liberi che attrezzati.

Magliano in Toscana
Magliano in Toscana sorse in epoca etrusca unendosi con le sue necropoli a quelle di Marsiliana e di altre localita della zona dove sono stati recuperati reperti archeologici. Le tombe erano prevalentemente a circolo o a camere scavate nella roccia (VII-VI secolo a.C.). Nel periodo medievale il paese venne controllato da una dinastia di signori locali fino al tardo Duecento, quando passò alla famiglia Aldobrandeschi. Nel corso del Trecento, dopo un breve periodo sotto il controllo dei Pannocchieschi, Magliano venne conquistato dai Senesi che lo controllarono fino a meta Cinquecento, quando il paese entrò a far parte del Granducato di Toscana. Le aree archeologiche etrusche visitabili sono quelle delle necropoli di Santa Maria in Borraccia e del Cancellone; il Centro di Documentazione Archeologica si trova nel paese e ricostruisce gli aspetti di vita durante il periodo etrusco-romano. Nel Medioevo a Magliano venne iniziata la costruzione di una pregevole cinta muraria che venne completata in epoca rinascimentale. La Pieve di San Martino venne edificata in epoca medievale presso l’omonima porta; lungo la strada principale si trovano il quattrocentesco Palazzo del Podesta e il caratteristico Palazzo di Checco il Bello. La Chiesa di San Giovanni Battista venne edificata in epoca tardo-medievale e ristrutturata successivamente in forme barocche; sul lato destro la facciata è in continuita con quella della cappella laterale a cui si accede dall’interno. Fuori dal paese, superata la Porta di San Giovanni, si giunge alla quattrocentesca Chiesa della Santissima Annunziata, che venne edificata su un antico tempio pagano. Superato l’abside della chiesa, si trova un ampio giardino famoso per l’ultramillenario Olivo della Strega.

Montiano
Montiano si trova su una collina a nord-ovest di Magliano in Toscana, lungo la strada che conduce a Grosseto. Il borgo sorse nel Medioevo come possedimento della famiglia Aldobrandeschi; nel Trecento venne conquistato dai Senesi ed in seguito divenne un importante centro per il pascolo e l’agricoltura. A meta Cinquecento, Montiano entrò a far parte del Granducato di Toscana. Il centro conserva alcuni tratti dell’antica cinta muraria medievale e una porta di accesso. La Chiesa di San Giovanni Battista venne edificata in epoca medievale e ristrutturata più volte in epoche successive; la facciata è frutto di un rifacimento del secolo scorso, mentre l’interno presenta caratteristiche barocche e settecentesche. Nella piazza che si apre dinanzi alla chiesa svetta la Torre dell’Orologio, ricostruita in epoca moderna nelle forme attuali al posto della preesistente costruzione medievale. Sull’altro lato del paese si trova l'ottocentesca Chiesa di San Giuseppe; l’edificio religioso potrebbe essere stato costruito dove un tempo sorgeva una chiesa più antica.

Pereta
Cartina_Toscana Pereta è un caratteristico borgo medievale che si trova a nord di Magliano in Toscana, lungo la strada che conduce a Scansano. Sorto intorno all’anno mille su una collina, il centro fu controllato dagli Aldobrandeschi e dalla Chiesa che riuscirono a respingere alcuni assedi senesi intorno alla meta del Duecento. Dopo un tentativo di conquista dei Pannocchieschi alla fine del Duecento, la Chiesa cedette la sua parte ai Pisani nel corso del Trecento mentre gli Aldobrandeschi cedettero il loro controllo ai Senesi che, successivamente, conquistarono interamente Pereta. Con la caduta di Siena avvenuta a meta Cinquecento, Pereta passò nel Granducato di Toscana. L’accesso al centro storico è possibile dalla parte bassa attraverso una pregevole porta merlata di origini tardo-medievali che crea uno scenario suggestivo a coloro che percorrono la strada proveniente da Magliano. La parte bassa del paese, relativamente più moderna rispetto alla parte alta, presenta i resti di una cinta muraria distinta rispetto a quella che circonda il nucleo più antico; la parte alta del paese è il nucleo più antico con la cinta muraria che culmina con l’imponente Torre dell’Orologio, edificata in epoca medievale. La Chiesa di San Giovanni Battista, edificata in epoca medievale e ristrutturata in epoche successive, si presenta al suo interno in stile barocco; la Pieve di Santa Maria Assunta venne edificata invece in epoca quattrocentesca.

Scansano
Scansano sorge su un poggio che si innalza a cavallo tra la Valle dell’Ombrone e la valle dell’Albegna, in una zona ricca di reperti archeologici del periodo etrusco-romano. Il paese, di origini medievali, fu controllato dalla famiglia Aldobrandeschi fin dal Duecento e, nel corso del Quattrocento, venne ereditato dagli Sforza a seguito di un matrimonio e incluso nella loro contea ceh si inoltrava fino a Castell'Azzara. Agli inizi del Seicento anche Scansano entrò a far parte del Granducato di Toscana, seguendo il destino di tutti gli altri centri della contea sforzesca. Il centro ha conferito la denominazione ad un ottimo vino rosso prodotto nella zona e nei comuni limitrofi, il Morellino. Il paese conserva alcuni tratti di mura addossati alle case, un torrione rotondo e una porta cinquecentesca. Nel centro storico sono ben conservati numerosi palazzi signorili edificati in epoca medievale, tra i quali lo Spedale, il Palazzo del Podesta e il Palazzo Pretorio che ospita il Museo Archeologico con reperti provenienti dall’area del Ghiaccio Forte e il Museo della Vite e del Vino. La Chiesa di San Giovanni Battista, di origini medievali, venne restaurata nel corso del Settecento; la Chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita in forme neoclassiche, si trova fuori dalle mura lungo la strada che conduce a Manciano. Nel centro storico sono ben conservati numerosi palazzi signorili edificati in epoca medievale, tra i quali il Palazzo Pretorio che ospita il Museo Archeologico con reperti provenienti dall’area del Ghiaccio Forte e il Museo della Vite e del Vino, il Palazzo del Podesta, la Tesoreria Comunale, la Casa dell’Abbondanza e la Casa dello Spedale.

Montorgiali
Montorgiali si trova a nord-ovest di Scansano ed è raggiungibile da una breve deviazione lungo la strada che conduce a Grosseto. Il borgo sorse come castello dopo l’anno mille e fu controllato da una dinastia di signori locali che, nel corso del Duecento, si legarono alla famiglia Aldobrandeschi; nella seconda meta del Trecento passò sotto il controllo dei Senesi che riuscirono a conquistare anche altri castelli della zona. A meta Cinquecento Montorgiali entrò a far parte del territorio del Granducato di Toscana. Il castello medievale venne costruito su un poggio che domina il paese e presenta ancora oggi il suo aspetto possente. Pur trasformato in abitazione, conserva le originarie strutture murarie; l’accesso era possibile attraverso due porte. La Chiesa di San Biagio, sul lato sinistro del castello, venne edificata in epoca medievale e rimaneggiata in epoca barocca. Fuori dal paese, in direzione di Polveraia, si trova il Santuario di San Giorgio, antica pieve rurale trasformata prima in romitorio e poi in santuario che rimane ancora oggi la meta finale di una suggestiva cavalcata che si svolge nel giorno dei festeggiamenti del santo.

Roccalbenga
Roccalbegna sorge nell’alta valle dell’Albegna ai piedi di una ripida e pittoresca rupe sulla quale si trova una fortificazione. Il paese, di origini medievali, fu possesso della famiglia Aldobrandeschi nel Duecento prima di passare alla fine del secolo sotto il dominio di Siena a cui rimase fino alla meta del Cinquecento quando i Medici la cedettero alla contea sforzesca di Santa Fiora. Nella seconda meta del Seicento l’abitato passò alla famiglia senese dei Bichi, rimanendo sotto il loro controllo fino al tardo Settecento quando divenne un libero comune del Granducato di Toscana. Nel paese meritano una visita la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, edificata in epoca medievale, che conserva al suo interno pregevoli opere d’arte di vari periodi; la quattrocentesca Chiesa della Madonna del Soccorso; l’Oratorio del Santissimo che Crocifisso ospita il Museo di Roccalbegna dove sono raccolte varie opere d’arte. Il paese conserva anche alcuni edifici civili tra cui il Palazzo Bichi-Ruspoli che si presenta in bugnato e i resti murari del sistema difensivo.

Cana
Cana si trova a ovest di Roccalbegna, su una collina che domina in parte la valle del torrente Trasubbie e in parte la valle dell'Albegna. Il paese, di origini medievali, nel corso del Duecento venne controllato prima dagli Aldobrandeschi e poi dalla famiglia senese dei Tolomei. Alla fine del Trecento il paese venne inglobato nella repubblica senese; un secolo più tardi venne approvato uno statuto autonomo per la popolazione che venne abrogato soltanto sul finire del Settecento quando il paese di Cana venne inglobato nel Comune di Cinigiano, prima di passare definitivamente in quello di Roccalbegna. Nel centro medievale sorgeva un castello denominato Rocca del Cane, del quale rimangono alcuni tratti delle mura, il fortilizio, il Palazzo della Giustizia e la Casa del Gran Cane, un tempo sede del palazzo civico. Molto pregevole è la Cisterna Medicea realizzata agli inizi del Seicento per raccoglieva l’acqua piovana da distribuire agli abitanti del paese. La piccola Chiesa della Madonna del Conforto, edificata in epoca rinascimentale fuori dall’abitato e preceduta da un portico, in passato conservava anche un dipinto cinquecentesco raffigurante la Vergine del Conforto che in seguito venne posto nella moderna Chiesa di San Martino all'interno del paese. La chiesa parrocchiale di San Martino, edificata in epoca tardo-medievale, venne ricostruita completamente nel tardo Novecento in stile moderno.

Semproniano
Semproniano sorse prima dell’anno mille arroccato su un colle e divenne possesso della famiglia Aldobrandeschi. Verso la meta del Trecento il paese si sottomise a Siena che la controllò fino al Cinquecento quando venne conquistato temporaneamente dagli Spagnoli, prima di entrare definitivamente nel Granducato di Toscana. Seguì un lungo periodo di abbandono e decadenza, tanto che il centro venne successivamente inglobato per un lungo periodo nel Comune di Roccalbegna, fino a divenire autonomo in tempi piuttosto recenti. In questo paese il poeta fiorentino Mario Luzi trascorse parte della sua infanzia e della sua adolescenza presso i nonni, originari del luogo. Il nucleo storico è circondato da alcuni tratti delle originarie mura perimetrali; tra i vari edifici medievali vi è il Palazzo Civico e il Palazzo del Vicario Mediceo. La Chiesa di Santa Croce, edificata in epoca medievale e restaurata nel secolo scorso in stile neogotico, conserva un pregevole Crocifisso ligneo; di fronte alla chiesa si trovano i ruderi della Rocca aldobrandesca. La Pieve dei Santi Vincenzo e Anastasio venne edificata nel corso del Duecento e restaurata nel tardo Cinquecento; all’interno sono conservate alcune opere cinquecentesche. Fuori dal centro storico, nel cuore dell'abitato moderno, si trova l'ex Oratorio di San Rocco, trasformato in monumento ai caduti durante il secolo scorso. Usciti da Semproniano, nei pressi del bivio per Saturnia, sorge la cinquecentesca Chiesa della Madonna che conserva al suo interno alcune opere settecentesche. Proseguendo lungo la strada, dopo circa tre chilometri, si raggiunge l'Olivone, ulivo ultramillenario gravemente danneggiato da un incendio nel 1998.

Rocchette di Fazio
Rocchette di Fazio è uno scenografico borgo medievale che sorge su una rupe a ovest di Semproniano, alle porte della riserva naturale "Bosco dei Rocconi". La localita, gia citata con il nome di Rocchetta prima dell’anno mille, divenne nel Duecento un possedimento della famiglia Aldobrandeschi e, alla fine del secolo, il paese passò sotto il controllo di Fazio Cacciaconti, figlio del signore di Trequanda, che ne diede l’attuale denominazione. Durante il Trecento il paese venne prima conquistato dai Baschi e poi dagli Orsini di Pitigliano. Nel Quattrocento il centro venne conquistato da Siena e, con la caduta della repubblica senese a meta Cinquecento, il paese iniziò un lunghissimo periodo di declino nonostante la sua entrata nel Granducato di Toscana. La Chiesa di Santa Maria, dedicata anche alla Consolazione, venne edificata nel corso del Cinquecento; l’originario castello aldobrandesco è circondato da una cinta muraria con una porta d’accesso medievale. L’antico castello comprendeva alcuni edifici tra i quali il Palazzo di Giustizia e il Palazzo Pretorio che ospitava il municipio. La Pieve di Santa Cristina, oramai sconsacrata, venne edificata in epoca duecentesca e nei pressi del castello; al di sopra della porta d’ingresso si trova una croce templare. L’ Ospedaletto, secondo alcuni studi, potrebbe essere stato l’avamposto dell’Ordine dei Templari in Maremma, ipotesi suffragata dalla croce templare, dall'Agnus Dei e dall'effige di Bafometto presenti sulle strutture murarie dell'edificio medievale.

Saturnia
Saturnia si trova sulla vetta di una collina a nord di Manciano, che si innalza nelle vicinanze delle rinomate sorgenti termali. La localita sorse in epoca romana lungo la Via Clodia nelle vicinanze della necropoli etrusca di Pian di Palma; dell’antica via consolare rimangono alcune pietre conservate presso Porta Romana. La citta romana subì nel VI secolo una gravissima distruzione e iniziò un periodo di decadenza. Nel periodo medievale Saturnia conobbe una fase di rinascita grazie ai conti di Tintinnano e, nel corso del Duecento, passò alla famiglia Aldobrandeschi. Nel Trecento venne controllata prima dai Baschi e poi dagli Orsini; nel secolo successivo passò sotto il controllo di Siena in seguito a una violenta distruzione e vi rimase fino a meta Cinquecento, quando entrò a far parte del Granducato di Toscana. La Rocca medievale sorge presso Porta Romana, unica porta della cinta muraria rimasta integra, sotto la quale sono visibili i resti dell’antica Via Clodia. La Chiesa di Santa Maria Maddalena, sorta in epoca medievale, venne restaurata nella prima meta del Novecento; all’interno sono custodite opere d'arte di vari periodi storici. Nel paese ha sede il Museo Archeologico che ospita reperti dalla preistoria all’eta romana venuti alla luce nelle vicine aree archeologiche, lungo le valli dell’Albegna e del Fiora e nel territorio tra Sovana e Pitigliano; le colline intorno a Saturnia hanno dato alla luce anche numerosi reperti preistorici risalenti al periodo eneolitico e all'eta del bronzo.

Montemerano
Montemerano si trova a nord-ovest di Manciano e a sud della localita termale di Saturnia. Il pregevole centro storico è uno dei borghi più interessanti dell’intera Maremma, situato su una collina circondata da ulivi secolari. Il nucleo originario del borgo venne fatto edificare in epoca duecentesca dalla famiglia Aldobrandeschi sulla parte più alta della collina. Nel Trecento il controllo del paese passò ai Baschi che lo portarono sotto la giurisdizione di Orvieto. Nel Quattrocento i Senesi si impossessarono di Montemerano e lo trasformarono facendolo diventare un’imponente fortezza; nella seconda meta del Cinquecento, con la definitiva caduta di Siena, il centro entrò nel Granducato di Toscana. Attualmente il paese conserva le mura, le torri, la rocca e diversi edifici in pietra risalenti al periodo medievale e rinascimentale. La Chiesa di San Giorgio si affaccia su Piazza della Chiesa. Edificata in epoca tardo-medievale, la chiesa venne ampliata nella prima meta del Quattrocento con l’aggiunta dell’abside e del transetto. La chiesa conserva al suo interno notevoli opere d’arte di epoca rinascimentale, tra i quali affreschi, tavole e arredi sacri; molto caratteristica è la Madonna della Gattaiola, dipinto quattrocentesco realizzato su una porta, così chiamata per la presenza di un evidente foro per il passaggio del gatto. A sud-ovest di Montemerano, fuori dal centro abitato, sorge nella campagna la quattrocentesca Chiesa della Madonna del Cavalluzzo.

Manciano
Manciano sorge su una collina che domina da un lato la piana e la valle dell'Albegna e dall'altro lato l'Area del Tufo. Il paese sorse intorno all'anno mille e divenne un possesso degli Aldobrandeschi. Nel Trecento venne prima conquistato da Orvieto e poi passò sotto il controllo degli Orsini di Pitigliano. Il paese rimase nella Contea degli Orsini fino alla sua entrata nel Granducato di Toscana che avvenne in epoca seicentesca. La Rocca, monumento simbolo di Manciano, venne edificata in epoca medievale e si presenta come un imponente edificio quadrangolare fiancheggiato da una torre laterale, con le strutture murarie che culminano con una caratteristica merlatura; attualmente nel complesso ha sede il Comune di Manciano. Le mura del paese sono coeve rispetto alla Rocca. La Torre dell’Orologio, costruita in epoca rinascimentale come parte integrante dell’antico Palazzo Comunale, presenta i segni di recenti ristrutturazioni. La Chiesa di San Leonardo sorse in epoca medievale ma venne più volte ristrutturata in epoche successive; l’Oratorio della Santissima Annunziata si trova fuori dalle mura e presenta i segni di ristrutturazioni ottocentesche. Nel paese può essere visitato il Museo di Preistoria e Protostoria che ospita reperti risalenti a varie epoche preistoriche venuti alla luce nella valle del Fiora e in altri territori a sud di Grosseto durante le varie campagne di scavo.

Capalbio
Capalbio sorge nell'estremita meridionale della Toscana, su una collina che guarda verso il mare spaziando con il panorama dall'Argentario alla Maremma Laziale. Il paese sorse in epoca medievale e fu controllato dagli Aldobrandeschi nel Duecento prima di divenire nel secolo successivo oggetto di contesa tra Orvieto e Siena fino a quando non passò agli Orsini di Pitigliano. Nel Quattrocento venne riconquistato dai Senesi e alla fine del Cinquecento entrò a far parte del Granducato di Toscana. Per il contesto ambientale in cui si trova e per l'importanza storico-artistica in epoca rinascimentale, Capalbio viene denominato anche "la piccola Atene". Il borgo medievale è racchiuso in una doppia cinta muraria con camminamenti di ronda a livelli differenti. Nel centro storico sono degni di nota il Palazzo Collacchioni addossato alla possente Rocca medievale; molto suggestivi sono i vicoli fiancheggiati da edifici in pietra. La Chiesa di San Nicola venne edificata in epoca medievale e conserva al suo interno pregevoli affreschi medievali e rinascimentali. L’Oratorio della Provvidenza si trova al di fuori delle antiche mura e custodisce al suo interno alcuni affreschi cinquecenteschi.

Castello di Montepò
Il Castello di Montepò sorse nella campagna a nord di Scansano dopo l’anno mille nelle vicinanze di un’antica pieve e venne ricostruito in epoca trecentesca quando era controllato dai signori di Cotone. Verso la fine del Trecento il castello passò sotto il controllo di Siena che lo vendette nel corso del secolo successivo alla famiglia senese dei Sergardi. In epoca rinascimentale, i nuovi proprietari trasformarono il complesso in fattoria fortificata e, nelle epoche successive, vennero fatte alcune ristrutturazioni che portarono ad ampliamenti. Attualmente la struttura si presenta come un raro esempio di villa fortificata senese del periodo rinascimentale. Il complesso si presenta a pianta rettangolare disposto attorno ad un cortile, con quattro torri quadrate angolari. Il castello è parte integrante di una rinomata azienda agricola specializzata nella produzione di eccellenti vini di proprieta dei Biondi Santi che hanno acquistato la struttura in tempi piuttosto recenti dalla famiglia dello scrittore britannico Graham Greene.

Castello di Cotone
I ruderi del Castello di Cotone si trovano all'estremita settentrionale del comune di Scansano, a nord-ovest rispetto al non lontano Castello di Montepò. Il castello venne edificato in epoca medievali presso due preesistenti edifici religiosi, una pieve e una chiesa, ed era controllato dalla famiglia dei Maggi, noti come signori di Cotone, una consorteria nobiliare rurale che in quell’epoca si contrapponeva agli Aldobrandeschi. Intorno alla meta del Trecento i Maggi sottomisero a Siena il Castello di Cotone e quello; alcuni anni dopo il luogo venne conteso tra le famiglie dei Tolomei e dei Salimbeni, prima che Siena ne riprendesse il controllo; il domino senese si protrassefino alla definitiva caduta della Repubblica di Siena nella seconda meta del Cinquecento, epoca in cui venne inglobato nel territorio del Granducato di Toscana. Per alcuni secoli, il castello continuò ad essere la sede di una comunita rurale fino al suo definitivo abbandono intorno alla meta del Settecento, quando la popolazione si trasferì prevalentemente nel vicino villaggio di Polveraia. L’insediamento è racchiuso da una cinta muraria di forma triangolare e, le notevoli dimensioni dell’area, sono eguagliate soltanto dai maggiori castelli maremmani. Alcuni elementi architettonici di pregio, situati sul lato orientale della cinta muraria in corrispondenza di un’apertura, costituirebbero i resti di un edificio religioso. Salendo verso l’area sommitale, si raggiune uno slargo in corrispondenza della porta occidentale, che costituiva la piazza principale dell’abitato, dove probabilmente si affacciava il palazzo pubblico. In questa area sono visibili anche i resti murari di una chiesa medievale.

Castello di Triana
Lo splendido Castello di Triana, a est di Roccalbegna, sorse come antico insediamento rurale nel primo Medioevo. Nel Duecento fu controllato dalla famiglia Aldobrandeschi che lo cedette, nella seconda meta del Trecento, alla famiglia senese dei Piccolomini che lo fecero divenire sede di una signoria rurale nel corso del Cinquecento. I Piccolomini rimasero proprietari del castello e dei terreni circostanti fino alla seconda meta del Novecento. L’antico castello medievale è racchiuso all’interno di una cinta muraria con un’unica porta d’accesso: il complesso comprende anche un torrione che costituiva la residenza signorile e due fabbricati disposti intorno ad un cortile. La seicentesca Cappella della Madonna di Loreto era la cappella gentilizia del castello e si presenta nelle forme attuali a seguito di una ristrutturazione settecentesca.

Castello di Catabbio
Catabbio sorge a sud-est di Semproniano, lungo la strada che conduce a Sovana. La localita rurale si sviluppò nelle vicinanze dell’antico castello aldobrandesco sorto dopo l’anno mille. Il Castello di Catabbio passò successivamente sotto il controllo degli Orsini di Pitigliano che lo mantennero fino agli inizi del Quattrocento quando fu conquistato da Siena. I Senesi concessero in seguito l’uso del castello ai vescovi di Sovana che lo trasformarono nel Cinquecento in una villa per il loro soggiorno a seguito di una completa ricostruzione. Alla fine del Seicento la struttura venne divisa in più unita e venduta ai privati. L’attuale edificio, trasformato in residence, conserva alcune parti dell’originario castello medievale; il castello è inoltre legato ad una leggenda secondo la quale all'interno della struttura appariva il fantasma di uno dei suoi proprietari.

Fattoria di Marsiliana
La Fattoria di Marsiliana si trova a sud-ovest di Manciano, lungo la strada che conduce ad Albinia, su una delle ultime propaggini collinari che introducono alla piana dell'Albegna. Il complesso sorse come castello in epoca medievale nelle vicinanze di un’antica pieve. La localita fu un dominio della famiglia Aldobrandeschi nel Duecento, passò sotto il controllo dei Senesi nel Trecento e venne conquistato verso la meta del Cinquecento dai Medici che lo inglobarono nel Granducato di Toscana dopo una brevissima parentesi sotto lo Stato dei Presidi. Nel Settecento la struttura divenne proprieta dei principi Corsini di Firenze che lo restaurarono profondamente alla fine dell’Ottocento; la fattoria è ancora oggi proprieta della famiglia fiorentina. Il complesso include la torre, l’imponente palazzo padronale, la chiesa, la porta di ingresso al castello e a alcuni edifici adibiti ad abitazione o magazzino: l’aspetto attuale è dovuto prevalentemente alle ristrutturazioni avvenute tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. A valle del Castello di Marsiliana, recentissimi scavi hanno portato alla luce una necropoli etrusca del VII secolo a.C. e un abitato sorto durante il secolo successivo attorno alla necropoli: l’area archeologica portata alla luce si trova in un terreno attiguo alla strada che collega Albinia a Manciano.

Fattoria della Campigliola
La Fattoria della Campigliola si trova nella parte meridionale del territorio comunale di Manciano, lungo la strada che conduce a Vulci, rispetto alla quale si trova sulla destra. Una prima struttura sorse probabilmente in epoca medievale e, nel corso del Seicento, venne notevolmente ampliata e trasformata in fattoria fortificata. Il complesso ha subito ulteriori ristrutturazioni in epoche successive che però hanno fatto mantenere discretamente alla struttura l’aspetto di grangia. Attualmente il complesso si presenta in condizioni che necessiterebbero un intervento di restauro.

Castello di Scerpena
Il Castello di Scerpena si trova nel comune di Manciano, poco a ovest rispetto alla Fattoria della Campigliola, dalla quale è raggiungibile attraverso una strada sterrata che si inoltra nella campagna. Il castello venne edificato dopo l’anno mille e venne controllato da signori locali prima di diventare dominio degli Aldobrandeschi. Poco prima della meta del Trecento passò sotto il controllo dei Senesi e successivamente venne affidato alla famiglia Baschi e conteso a lungo dagli Orsini di Pitigliano. Il castello rimase poi sotto la Repubblica di Siena fino alla meta del Cinquecento quando entrò nel Granducato di Toscana. Il complesso, più volte ristrutturato, presenta strutture murarie in pietra; la facciata principale è preceduta da un giardino da dove ha inizio una breve scalinata che conduce al portale d’ingresso.

Castello di San Bruzio
Nella campagna a sud-est di Magliano in Toscana, lungo la strada che conduce a Sant’Andrea, spiccano i suggestivi ruderi del Monastero di San Bruzio. Fatto costruire dai monaci camaldolesi dopo l’anno mille, l’edificio religioso presenta nei suoi imponenti resti i tipici caratteri romanici. Nel cui punto centrale della chiesa si innalzava la cupola ottagonale ancora ben distinguibile; dell'edificio religioso si è conservata soltanto la parte terminale con il transetto, l’abside e il tiburio. La parte alta della struttura crollò nel Seicento e da allora la volta del cielo è divenuta il tetto di questo antico edificio religioso.

Convento del Petreto
Il Convento del Petreto sorge pochi chilometri a nord di Scansano, non lontano dall'abitato di Poggioferro. Il complesso sorse nel Duecento come castello della famiglia Aldobrandeschi ed in seguito venne trasformato in una struttura conventuale dai frati dell’ordine francescano e sembra che in epoca quattrocentesca abbia ospitato San Bernardino da Siena. Annessa al convento sorge la Chiesa di San Pietro al cui interno è conservato un pregevole altare barocco. Dell’antico complesso religioso, attualmente è visitabile su richiesta soltanto la chiesa; l’area conventuale, di proprieta privata, è stata trasformata in abitazioni.

Giardino dei Tarocchi
Nei dintorni di Capalbio, nella campagna a sud-est rispetto al centro storico, si estende la Tenuta di Garavicchio dove merita una visita il pittoresco Giardino dei Tarocchi. Il giardino esoterico venne costruito a partire dal 1979 dall’artista francese Niki de Saint Phalle che si ispirò al suggestivo Parco Guell di Barcellona, opera dell'architetto catalano Antoni Gaudì. Nel parco si trovano le sculture raffiguranti le ventidue carte dei Tarocchi, scolpite e rivestite con vari materiali pregiati tra cui vetri di Murano, specchi e ceramiche multicolore: il bosco di macchia mediterranea contribuisce a conferire al giardino un meraviglioso aspetto fiabesco.

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