Area del Tufo, provincia di Grosseto, Toscana

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mappa_Toscana
L'Area del Tufo si trova nell'estremita sud-orientale della provincia di Grosseto e comprende gli interi territori comunali di Pitigliano e Sorano. Geograficamente l'area è chiusa a nord dalla parte sud-orientale del massiccio del Monte Amiata, a est e a sud è delimitata dal confine con la regione Lazio, mentre a ovest si inoltra nelle Colline dell'Albegna e del Fiora; di fatto può essere considerata come l'appendice orientale delle Colline del Fiora ma merita di essere trattata a parte, presentando caratteristiche morfologiche diverse che introducono ad una più estesa area a cavallo con l'Umbria sud-occidentale e il Lazio settentrionale. Per la presenza e la diffusione di rocce tufacee, nella zona si trova una concentrazione naturale di radon superiore alla norma.

Territorio
Il territorio si caratterizza per le colline tufacee sulle quali sorgono caratteristici insediamenti rupestri, borghi e fortificazioni medievali, sorti nelle vicinanze di importanti centri abitati del periodo etrusco-romano. Le caratteristiche storico-artistiche e paesaggistiche davvero uniche della zona meriterebbero forse qualche riconoscimento da parte dell'Unesco che ancora non c'è stato e che permetterebbe sicuramente una maggiore valorizzazione e una ancor migliore conservazione dei vari luoghi. Cartina_Italia

Stabilimenti termali, Valle Orientina
Nei dintorni di Pitigliano, in localita Valle Orientina, si trova una sorgente di acque termali che sgorgano ad una temperatura di circa 37°C. Intorno alla meta dell’Ottocento venne costruito un fabbricato provvisto di due vasche in travertino per la raccolta delle acque termali che presero la denominazione di Bagnetti degli Ebrei.

Stabilimenti termali, Santa Maria dell'Aquila
Nei dintorni di Sorano si trova lo stabilimento termale di Santa Maria dell’Aquila, nei pressi dell’omonima pieve di origini medievali. Lo stabilimento si è sviluppato recentemente presso la sorgente termale che, fin dall’epoca medievale, era ritenuta miracolosa: ciò spiega anche la costruzione della chiesa nelle sue vicinanze.

Pitigliano
Pitigliano, il centro principale della zona, si eleva su un pianoro formato dai corsi d’acqua Lente, Meleta e Prochio. Fondato dai Romani nei pressi di vicine necropoli etrusche, divenne nel Medioevo possesso della famiglia Aldobrandeschi; alla fine del Duecento il centro venne ereditato dagli Orsini e diventò la capitale dell’omonima contea sotto la quale rimase fino agli inizi del Seicento, quando venne conquistato dai Medici che lo inglobarono nel Granducato di Toscana. Pitigliano si trova adagiato su una rupe di tufo ed è davvero spettacolare la sua visione scenografica, proveniendo da Manciano, dal tornante dinanzi al Santuario della Madonna delle Grazie. Questo edificio religioso, sorto in epoca tardomedievale come cappella rurale, venne trasformato in santuario dedicato alla Vergine nel corso del Cinquecento e ampliato in epoche successive quando il luogo divenne sede di una comunita di francescani fino alla seconda meta del Settecento. Pitigliano è certamente uno dei centri artistici più belli della Toscana e d’Italia ed è noto anche come “la piccola Gerusalemme” per la presenza di una Sinagoga e di una comunita ebraica piuttosto numerosa che da sempre riuscì a trovare un’ottima integrazione con la popolazione locale. La cittadina conserva vari monumenti di interesse artistico. Prima di entrare nel centro storico si incontra la Chiesa e il Convento San Francesco, costruiti in epoca rinascimentale per volere degli Orsini su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane; la chiesa venne distrutta parzialmente da un incendio agli inizi del Novecento. L’imponente Acquedotto venne costruito intorno alla meta del Cinquecento per convogliare l’acqua dai vicini torrenti verso il centro abitato. Entrando nel centro storico dal lato orientale, il Bastione della Fortezza introduce all’antica Piazza della Cittadella, denominata oggi Piazza Garibaldi, dove si trova l’edificio che ospita il Municipio e il Teatro Salvini. L’area del Castello si estende fino a Piazza della Repubblica ed è dominata dall’imponente mole del Palazzo Orsini, sede dell’omonima contea, che venne costruito su un preesistente convento francescano e si presenta in forme cinquecentesche per l’intervento di Antonio da Sangallo avvenuto in epoca rinascimentale. Il complesso, dalle linee eleganti, ospita il Museo Diocesano dove sono custodite varie opere d’arte che spaziano dal tardo Medioevo all’epoca barocca; in un’altra ala si trova invece il Museo Civico Archeologico della Civilta Etrusca dove sono custoditi vari reperti provenienti dalle vicine aree archeologiche, in particolare da quella di Poggio Buco dove sorgeva l’antica citta di Statonia. Sul lato meridionale di Piazza della Repubblica si trova una vasca d’acqua risalente al Settecento che corrispondeva all’antica fonte; da questo lato della piazza si apre uno stupendo panorama verso la campagna circostante. Il centro storico si caratterizza soprattutto per la Sinagoga cinquecentesca, all’interno della quale spiccano l’Aron sulla parete di fondo e la Teva al centro; sulle pareti sono conservate iscrizioni di versetti biblici mentre in alto si trova il Matroneo riservato alle donne. Sotto il tempio ebraico si trovano i locali per il Bagno Rituale, il suggestivo Forno delle Azzime, la Macelleria kasher, la Cantina kasher e la Tintoria. L’antico Ghetto si sviluppava intorno alla Sinagoga lungo l’attuale via Zuccarelli e in alcuni vicoli che originano da questa strada: imboccando il vicolo Goito si raggiunge l’Antico Frantoio Pelliccetti che era a servizio della comunita ebraica. La Chiesa di Santa Maria, edificata in epoca medievale su un preesistente tempio pagano e restaurata in forme tardo-rinascimentali, si presenta in un’insolita aula trapezoidale divisa in tre navate dove sono conservate alcune tracce di affreschi. Le Porte di Capo di Sotto delimitano a ovest il nucleo storico di Pitigliano. Presso di esse si ritrovano tratti di mura etrusche e numerose grotte scavate nel tufo, un tempo tombe etrusche che vennero in seguito trasformate nelle attuali cantine; tra esse è da ricordare anche il caratteristico Oratorio Rupestre, piccola grotta adibita a luogo di culto risalente al IV secolo che si apre nella rupe che costeggia la strada per Sovana. La Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo venne edificata in epoca medievale, rimaneggiata durante il Cinquecento e profondamente modificata nelle epoche successive. La facciata tardo-barocca è fiancheggiata sulla sinistra dal campanile che si presenta intonacato nella parte inferiore sopra la quale ha mantenuto l’aspetto originario in tufo risalente al periodo medievale. L’interno della cattedrale, in stile barocco a navata unica con cappelle laterali, custodisce varie opere d’arte che spaziano prevalentemente tra il Seicento e il secolo scorso. La cattedrale si affaccia in Piazza San Gregorio, dove si trovano anche il Palazzo della Comunita e il Palazzo di Giustizia. Numerosi sono gli edifici del centro storico degni di interesse che spaziano dall’epoca medievale al Settecento. Al di la del torrente Meleta che delimita a sud l’abitato di Pitigliano, merita una visita il Cimitero Ebraico, costruito nella seconda meta del Cinquecento quando gli Orsini concessero quel terreno al loro medico di famiglia di religione ebraica per la sepoltura della moglie. Nelle vicinanze del Cimitero Ebraico si estende il Museo all’Aperto “Alberto Manzi”. A nord del paese, in localita Poggio Strozzoni, si estende lo scenografico Parco Orsini, un tempo abbellito da meravigliose sculture rupestri che oggi sono state in parte cancellate a causa della friabilita della roccia tufacea usata per la loro realizzazione. Nella stessa area sono visibili i ruderi del Convento di San Francesco risalenti al Cinquecento.

Sorano
Cartina_Toscana Sorano si trova ad una decina di chilometri a nord-est di Pitigliano. Il centro sorse nel Medioevo divenendo possesso della famiglia Aldobrandeschi e, alla fine del Duecento, venne ereditato anch’esso dagli Orsini. Nel Quattrocento i Senesi tentarono invano la conquista del paese con vari e ripetuti assedi che non ebbero mai successo; il centro venne tuttavia strappato dalla Contea degli Orsini alla fine del Cinquecento, quando i Medici lo conquistarono e lo inglobarono nel Granducato di Toscana agli inizi del Seicento assieme a Pitigliano. Il paese di Sorano è arroccato in modo pittoresco su una scoscesa rupe tufacea che presenta vari dislivelli; l’abitato è dominato dalla poderosa Fortezza Orsini, sorta nel Medioevo come castello aldobrandesco e ampliata intorno alla meta del Cinquecento. L’imponente complesso della Fortezza Orsini è costituito da un edificio principale dove è collocato, al di sopra del portale, un fastoso stemma con i simboli degli Aldobrandeschi (i leoni rampanti) e degli Orsini (le barre, le rose e l’orso araldico). Superato l’ampio spazio interno alla fortezza, si raggiunge il Castello che è il nucleo più antico dell’intero complesso dove vi era l’antica residenza dei signori: al suo interno sono venuti alla luce alcuni affreschi cinquecenteschi a seguito di recenti restauri. Il fossato e le muraglie a picco erano l’ulteriore dispositivo di difesa del Castello. L’intero complesso è adibito ad area museale dove ha sede il Museo del Medioevo e del Rinascimento. Scendendo dalla fortezza e dirigendosi verso il centro storico si raggiunge Porta di Sopra, preceduta sulla sinistra da un sistema di logge dalle quali si osserva un panorama spettacolare; attraversata la porta, si entra nel nucleo storico di Sorano che è caratterizzato da stretti vicoli che si adattano ai numerosi dislivelli della rupe. La Collegiata di San Niccolò, sorse in epoca medievale e subì profondi rifacimenti nelle epoche successive; gran parte dell’aspetto attuale è dovuto ad una ristrutturazione di inizio Cinquecento e a profondi ampliamenti effettuati in epoca settecentesca. La facciata si presenta in forme classiche mentre l’interno è diviso in due navate con quella destra insolitamente più ampia di quella sinistra; l’originario stile romanico in cui venne edificata la chiesa è rintracciabile soltanto nella parte posteriore. La chiesa custodisce pregevoli opere d’arte che abbracciano un lunghissimo periodo storico che spazia dal tardo Medioevo all’Ottocento. Il Palazzo Comitale venne edificato in epoca rinascimentale come antica residenza degli Orsini prima del loro trasferimento nel Castello. L’edificio presenta un pregevole portale in travertino bugnato e scolpito. Il Masso Leopoldino domina l’abitato dal lato opposto della fortezza. La struttura difensiva venne edificata nel corso del Settecento e si presenta circondata da altissimi muri a scarpa con una torre di avvistamento che si innalza su un lato. Interessante è anche l’edificio ubicato all’estremita alta di via della Rocca che in passato ospitava gli antichi granai ed attualmente è divenuto la sede di varie iniziative culturali. Lungo via del Cimitorio si trova la Cappella della Madonna del Borgo, un’antica chiesa medievale che venne successivamente incorporata tra gli edifici. Sorano conserva ancora oggi il Ghetto Ebraico lungo l’omonima via dove era attestata la presenza della Sinagoga e del Forno delle Azzime; un’altra sinagoga, trasformata oggi in negozio, è stata identificata lungo via Selvi e risalirebbe a periodi precedenti all’istituzione del ghetto. Il borgo è caratterizzato inoltre da un dedalo di vicoli, cortili, archetti, portali bugnati, scale esterne, logge e cantine scavate nel tufo dove in passato venivano eseguite le varie fasi della vendemmia. Molto caratteristica è la Porta dei Merli, denominata anche Porta di Sotto, che presenta una cornice in pietra a bugne sovrastata da uno stemma; ai lati della porta sono ancora visibili le aperture verticali per le catene del ponte levatoio.

Sovana
Sovana è una suggestiva localita del comune di Sorano, rispetto al quale si trova a sud-ovest ad una decina di chilometri di distanza. Importante centro etrusco e sede episcopale, è annoverabile tra le localita artistiche più belle della Toscana e d’Italia. L’attuale centro storico si sviluppò nel corso del Medioevo sotto il controllo della famiglia Aldobrandeschi che, intorno all’anno mille, vi fece edificare un castello; in epoca medievale divenne anche libero comune e diede i natali a Ildebrando di Sovana, divenuto in seguito papa Gregorio VII. Alla fine del Duecento venne ereditata dagli Orsini seguendo il medesimo destino di Sorano e Pitigliano fino al Quattrocento, epoca in cui il centro venne conquistato dai Senesi. A meta Cinquecento, la definitiva caduta della Repubblica di Siena portò Sovana nelle mani dei Medici che la inglobarono nel Granducato di Toscana. La Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, edificata fuori dall’abitato dopo l’anno mille su un preesistente edificio religioso, si trova affiancata dal duecentesco Palazzo Episcopale. La chiesa, sicuramente uno dei più importanti monumenti in stile romanico dell’intera Toscana, presenta il portale principale insolitamente collocato sul fianco sinistro della chiesa; l’interno, diviso in tre navate, presenta un’antica cripta di pregevole fattura a sei colonne dove sono custodite alcune ossa di San Mamiliano. Nella cattedrale sono custoditi una fonte battesimale risalente al periodo rinascimentale, un’acquasantiera, il sarcofago quattrocentesco di San Mamiliano, tracce di affreschi e alcuni dipinti. Lungo via di Mezzo, strada che collega la cattedrale all’abitato, si trova la Casa natale di papa Gregorio VII. Il semplice edificio che si presenta in conci di pietra di tufo ospita attualmente il Museo di Malacologia Terrestre. Sulla suggestiva Piazza del Pretorio si trovano gran parte dei monumenti che caratterizzano Sovana. Il Palazzo dell’Archivio venne edificato in epoca medievale e presenta una caratteristica facciata in conci di tufo che culmina in alto con una cella campanaria a vela. L’edificio separa la principale via di Mezzo da una strada secondaria che si aprono entrambe sulla piazza principale. Il Palazzo Pretorio venne edificato nel Duecento e più volte ristrutturato in epoche successive; l’aspetto attuale è dovuto ad un intervento di restauro effettuato in epoca rinascimentale. Sulla facciata sono collocati gli stemmi di vari capitani di giustizia. All’interno del palazzo vi è la sede del centro visite del Parco Archeologico del Tufo dove è ospitato il Centro di Documentazione del Territorio Sovanese che mostra pannelli informativi e modelli che ricostruiscono alcuni siti archeologici tra i quali la Tomba Ildebranda con le sue decorazioni; su una parete all’interno dell’edifico è visibile un affresco. Accanto al palazzo si apre la Loggetta del Capitano che presenta un grande stemma mediceo sul lato. La Chiesa di Santa Maria Maggiore, edificata in epoca duecentesca in stile romanico-gotico di transizione, presenta l’interno diviso in tre navate dove spicca il caratteristico ciborio preromanico risalente all’alto Medioevo; interessanti sono anche le due nicchie affrescate nella prima meta del Cinquecento. Il Palazzo Bourbon del Monte venne edificato in epoca rinascimentale con un caratteristico loggiato al pian terreno: durante gli ultimi anni di autonomia di Sovana l’edificio era la sede degli uffici pubblici. A fianco del Palazzo Bourbon del Monte si trovano i ruderi dell’antica Chiesa di San Mamiliano, edifico religioso sorto nell’alto Medioevo sulle fondamenta di un antico edificio etrusco-romano, che si presenta a navata unica priva di copertura. La Rocca Aldobrandesca è ciò che resta dell’antico castello sorto nel periodo medievale quando Sovana era controllata dalla famiglia Aldobrandeschi; le mura vennero erette intorno all’anno mille a difesa della citta da possibili incursioni nemiche.

Castell'Ottieri
A nord di Sorano, percorrendo la strada che conduce a Castell’Azzara, si incontra una deviazione che conduce a Castell'Ottieri, paese che si trova lungo la valle del torrente Stridolone. Sorto nel Medioevo come subfeudo di un valvassore di origini germaniche, in seguito divenne possesso dei signori di Montorio e, nella seconda meta del Duecento, passò sotto il controllo di Orvieto. Successivamente, venne conquistato dalla famiglia locale degli Ottieri che lo fecero diventare il centro principale della loro piccola contea che comprendeva anche il perduto Castello di Sopano, costruito intorno all’anno mille lungo il torrente Stridolone. Gli Ottieri controllarono il centro, a parte una temporanea sottomissione a Siena in epoca quattrocentesca, fino agli inizi del Seicento quando il feudo fu venduto ai Medici che lo inglobarono nel Granducato di Toscana. Nella seconda meta del Settecento la legge di riforma dei Lorena incluse Castell’Ottieri nel territorio comunale di Sorano. Il centro si contraddistingue per la Rocca che venne fatta edificare nel Quattrocento proprio dagli Ottieri attorno ad una preesistente torre quadrata innalzata in epoca medievale. La rocca si sviluppa su tre lati ed è caratterizzata da un torrione a sezione circolare; ai lati si dipartono le mura dove si apre la porta per l’accesso al borgo. L’intero complesso presenta strutture murarie in tufo mentre gli stemmi sono in travertino. Nel paese merita una visita la Chiesa di San Bartolomeo che conserva al suo interno un affresco risalente alla fine del Cinquecento e un ciclo di affreschi di epoca barocca con influssi in parte senesi e in parte locali.

San Giovanni delle Contee
L’abitato di San Giovanni delle Contee costituisce l’estremo lembo settentrionale del territorio comunale di Sorano. La denominazione della localita è conferita sia dalla Chiesa di San Giovanni Battista che dal suo antico contesco geopolitica tra la giurisdizione della Contea aldobrandesca di Sovana, della Contea degli Orsini di Pitigliano e della piccola Contea degli Ottieri, all’interno di un’area di confine con i vicini territori di Siena e Orvieto. Dopo varie contese, entrò a far parte della Contea di Castell’Ottieri seguendone le sorti fino alla sua estinzione con l’inglobamento nel Granducato di Toscana. Il centro abitato è caratterizzato da semplici abitazioni, alcune delle quali conservano tratti di epoca medievale; tra queste spicca la Casa Reale col portale ad arco recante un bassorilievo con testa antropomorfa.

Montebuono
Montebuono si trova nell'estremita occidentale del territorio comunale di Sorano, su un rilievo collinare non lontano dal corso del Fiora. Le prime notizie certe della localita risalgono agli inizi del Trecento quando l’antico castello fu al centro di una contesa tra gli Aldobrandeschi e papa Bonifacio VIII. Successivamente passò prima ai vescovi di Orvieto e, dopo una parentesi temporanea nella Contea degli Orsini, passò nel primo Quattrocento nella Repubblica di Siena della quale ne seguì le sorti, venendo inglobato nel Granducato di Toscana a meta Cinquecento. In epoca medievale vi venne costruito il castello del quale rimangono soltanto alcune tracce della cinta muraria in stato di rudere; all’interno della cinta muraria sono visibili tracce di edifici demoliti che affiorano un pò ovunque. La Chiesa di Sant’Andrea si trova a ridosso dei resti delle mura che circondano la parte rialzata del colle; al suo interno sono stati recentemente scoperti due pregevoli affeschi.

Castello di Montorio
A nord-est di Sorano, percorrendo la strada che conduce a Castell’Azzara, si raggiunge il caratteristico Castello di Montorio. Il complesso venne costruito in epoca medievale ed appartenne fino al Duecento a signori locali, tra i quali un conte di nome Bartolomeo. Successivamente, a seguito di varie lotte con Orvieto per il dominio su Montorio, il castello passò sotto il controllo degli Aldobrandeschi e, nel tardo Quattrocento, entrò a far parte della Repubblica di Siena che successivamente lo cedette agli Ottieri. Il luogo rimase sotto la giurisdizione della contea di Castell’Ottieri fino agli inizi del Seicento, epoca in cui venne inglobato nel Granducato di Toscana. Il Castello di Montorio presenta una struttura quadrangolare chiusa da mura, con una pregevole porta di accesso preceduta da un profondo fossato. Nella parte sud-orientale una robusta torre a sezione circolare sporge dalla muratura, mentre nell’angolo opposto un possente torrione cilindrico in pietra è addossato ad un corpo di fabbrica contiguo alle mura del castello. Il Palazzo padronale è situato sulla destra rispetto alla porta di accesso e conserva alcuni elementi del periodo medievale nonostante i rifacimenti successivi. Il pozzo, che in passato funzionava come cisterna, è collocato tra la porta e il palazzo padronale; gli specchi provengono dall’oramai perduto Castello di Sopano. All’interno del castello si allineano una serie di edifici allungati, in passato destinati ad uso agricolo, con strutture murarie in conci di tufo proveniente dalle vicine cave. La Cappella di Santa Maria venne edificata in stile neogotico nel corso dell’Ottocento, in sostituzione dell’antica canonica di origini medievali. All’estremita opposta della porta di accesso, la cinta muraria medievale si presenta sotto forma di ruderi dove spicca un altro torrione.

Rocca di Montevitozzo
Ruderi della Rocca di Montevitozzo si trovano nella campagna a est dell’omonimo abitato, nel territorio comunale di Sorano, lungo la strada che conduce a Castell’Azzara. Sorto nel Medioevo come antico castello della famiglia Aldobrandeschi, Montevitozzo divenne in seguito oggetto di contesa tra i signori di Montorio e gli Orvietani. Nel Quattrocento passò sotto il controllo dei Senesi che successivamente la cedettero agli Orsini di Pitigliano. Agli inizi del Seicento Montevitozzo passò nelle mani dei Medici che lo inglobarono nel Granducato di Toscana. Dell’antica Rocca di Montevitozzo attualmente rimangono una serie di ruderi tra cui una cinta muraria in pietra ad andamento rettangolare e il basamento di un torrione dal quale si dipartono alcuni tratti di una seconda cinta muraria in pietra che si estendono lungo il crinale del monte.

Villa Orsini
Nel comune di Sorano, nell'area di Montevitozzo, si trova anche Villa Orsini, residenza fortificata costruita dall’omonima famiglia nel tardo Quattrocento come fattoria residenziale che passò ai Medici agli inizi del Seicento. La struttura figurava come una villa rustica fortificata in conci di tufo dai caratteri tipici rinascimentali, preceduta da un avancorpo con porticato e torrino laterale, dei quali si conserva l’originaria base in pietra del torrino;le restanti parti sono andate completamente modificate o distrutte.

Rocca di Fregiano
La Rocca di Fregiano si trova su uno sperone a nord di Sorano e a sud-ovest dell’abitato di San Valentino. La fortificazione medievale, a lungo oggetto di contesa tra i signori locali, i Baschi e il Comune di Orvieto, si presenta sotto forma di ruderi immersi nella vegetazione e tra essi sono identificabili i resti di un edificio di guardia con strutture murarie in conci di tufo dove si aprono alcune feritoie.

Abbazia di Montecalvello
Presso la localita Elmo, nel comune di Sorano, sorgeva l’importante Abbazia di Montecalvello, nota anche come Monastero di San Benedetto del Calvello. Il complesso religioso sorse in epoca medievale quando rivestì una notevole importanza nella zona; il suo prestigio è dovuto anche al soggiorno di Ildebrando di Sovana prima che divenisse papa Gregorio VII. Attualmente rimangono soltanto alcuni resti dell’antico complesso religioso medievale.

Pieve di Santa Maria dell'Aquila
La Pieve di Santa Maria dell’Aquila si trova nei dintorni di Sorano, nei pressi di una sorgente d’acqua termale dove recentemente si è sviluppato un attrezzato stabilimento. La chiesa venne edificata nel periodo medievale quando la zona era ancora sotto il controllo degli Aldobrandeschi; accanto all’edificio religioso si trovano anche altri ambienti che sono entrati a far parte del complesso termale. La chiesa si presenta in stile gotico e culmina con un pregevole campanile a vela.

Ruderi di Vitozza
I ruderi dell’antica citta di Vitozza si trovano nel territorio comunale di Sorano, ad un paio di chilometri a nord-ovest dell’abitato di San Quirico. L’insediamento sorse in epoca medievale come castello della famiglia Aldobrandeschi in un’area gia abitata sicuramente in epoca romana. Nella prima meta del Duecento passò sotto il controllo di Orvieto e, dopo una breve parentesi nelle mani dei Baschi tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, il luogo venne conquistato dai Senesi che la controllarono fino alla meta del Quattrocento. Successivamente, Vitozza entrò a far parte della Contea degli Orsini, all’interno della quale rivestiva fondamentale importanza, ma in seguito si verificò un progressivo abbandono dell’abitato dalle cause ancora incerte che causò un lunghissimo ed inesorabile declino. Vitozza in epoca medievale presentava un castello notevolmente fortificato, almeno due rocche ed edifici di culto tra i quali vanno ricordati una pieve e due chiese che sono decaduti assieme al resto dell’abitato. Il primo edificio che si incontra percorrendo la strada proveniente da San Quirico è la Rocca, struttura caratterizzata da una serie di spesse murature in conci di tufo che terminavano in una porta che controllava la via di accesso i cui resti sono visibili da entrambi i lati del sentiero. Sul lato settentrionale la rocca era ulteriormente protetta da un fossato che attualmente risulta quasi invisibile a causa della vegetazione che lo ricopre. Proseguendo oltre la rocca, sono visibili una serie di resti murari che corrispondevano probabilmente ad alcune abitazioni di origini medievali. Superata questa zona, si raggiungono i ruderi di una chiesa, presso la quale sono visibili i ruderi di un edificio fortificato con funzioni difensive sul lato settentrionale del pianoro e i resti di una porta che controllava la strada parallela al costone. Vitozza, inoltre, è nota soprattutto per il suo insediamento rupestre, sicuramente il più vasto e più importante dell’Italia centrale, dove oltre duecento grotte erano adibite ad abitazioni fin dall’epoca medievale ad abitazioni. In base alla loro tipologia, le grotte possono essere classificate in tre categorie di riferimento. Un primo gruppo è caratterizzato da grotte con aperture rettangolari che spesso sono disposte su più livelli collegati tra loro da scalette e passaggi, con le abitazioni collocate ai livelli superiori e i ricoveri degli animali a quelli inferiori. Un secondo gruppo di grotte presenta piante rettangolari con strutture destinate ad ospitare gli animali. L’ultimo gruppo comprende le grotte caratterizzate da un’apertura ad arco, da una pianta culminante con un settore a forma circolare e da maggiori rifiniture. La parte a forma circolare, ad uso animale, era munita di mangiatoia; gli altri ambienti erano probabilmente adibiti ad abitazione. Inoltre, fra le varie grotte ci sono anche alcuni colombari di epoca romana che durante il Medioevo vennero probabilmente sfruttati per l’allevamento dei piccioni, pratica molto diffusa nel territorio di Sorano.

Resti di Statonia
A sud-ovest di Pitigliano, dalla strada che conduce a Farnese, è raggiungibile la localita di Poggio Buco dove, su una roccia tufacea, sorgono i resti dell’antica citta etrusca di Statonia che visse un florido periodo nel VII secolo a.C. L’area archeologica è caratterizzata da tombe scavate nel tufo che costituivano la necropoli e dai resti di una cinta muraria discontinua che doveva delimitare l’abitato; nell’area sorgono anche i resti medievali di una chiesa. Tra Pitigliano e l’area archeologica di Statonia, nelle localita di Corano e Poggio Formica, sono venute alla luce anche alcune tombe preistoriche del periodo eneolitico.

Parco Archeologico del Tufo
Il Parco Archeologico del Tufo si estende in una vastissima area tra Pitigliano, Sorano e Sovana e comprende varie necropoli etrusche sparse nel territorio e collegate tra loro da una suggestiva rete viaria coeva che si sviluppa in trincea tra ripide pareti rocciose di tufo: queste strade vengono denominate Vie Cave o Cavoni. All’interno del Parco Archeologico del Tufo spiccano su tutti, per la loro particolarita, l’Area Archeologica di Sovana e le tombe etrusche scavate nel tufo nei pressi di Sorano.

Vie Cave
Le Vie Cave, denominate anche Cavoni, costituiscono una suggestiva rete viaria di epoca etrusca che collega vari insediamenti e necropoli nell’area compresa tra Pitigliano, Sorano e Sovana, sviluppandosi prevalentemente in trincea tra ripide pareti rocciose di tufo, a tratti alte oltre i venti metri: queste caratteristiche costituivano anche un efficace sistema di difesa contro possibili invasori. In epoca romana, le Vie Cave entrarono a far parte di un sistema viario che si connetteva al tronco principale della Via Clodia, antica strada di collegamento tra Roma e Saturnia, attraverso la citta di Tuscania, che si diramava dalla Via Cassia in territorio laziale. Intorno a Pitigliano le vie principali sono quella del Gradone dove è in allestimento un museo all’aperto, di San Giuseppe, di Fratenuti, di San Rocco e della Madonna delle Grazie. Intorno a Sorano le Vie Cave hanno inizio uscendo dalla Porta dei Merli e scendendo nel fondovalle del torrente Lente. La Via Cava di San Rocco risale il versante opposto del paese costeggiando i ruderi della Chiesa di San Rocco, edificio religioso in stile romanico che si presenta sotto forma di ruderi che conservano tratti delle originarie strutture murarie. Dietro i ruderi della chiesa si estende una vasta necropoli etrusca con tombe scavate nel tufo. Nei dintorni di Poggio San Rocco e di Poggio Croce si trovano anche numerose tombe etrusche a colombario, che si presentano come celle scavate nella roccia disposte in più file l’una sopra l’altra: dall’Alto Medioevo in poi queste antiche tombe vennero usate come ricovero per i colombi.

Buriano
Buriano si trova nel territorio comunale di Castiglione della Pescaia, sul versante meridionale di Poggio Ballone. Sorse in epoca medievale come antico possesso della famiglia Aldobrandeschi, prima di passare ai Lombardi che lo controllarono fino alla prima meta del Trecento, quando divenne dominio di Pisa fino alla fine del secolo. Successivamente, passò agli Appiani di Piombino che lo inglobarono nel Principato di Piombino, per lungo tempo satellite dello Stato dei Presidi: Buriano entrò così a far parte del Granducato di Toscana soltanto nella prima meta dell’Ottocento. Gran parte degli edifici racchiusi nel nucleo storico di Buriano risalgono al periodo rinascimentale; la Rocca è uno dei pochi edifici di Buriano risalenti al periodo medievale che attualmente si presenta sotto forma di ruderi. La struttura è costituita da una serie di edifici in pietra disposti attorno ad un cortile interno. La Chiesa di Santa Maria Assunta, conosciuta anche come Pieve di Santa Maria in Arcione, venne edificata intorno all’anno mille e si presenta a navata unica all’interno della quale è custodito il braccio reliquiario di San Guglielmo risalente alla meta del Settecento.

Area Archeologica di Sovana
L'Area Archeologica di Sovana si trova a ovest dell’abitato, lungo la strada che conduce a San Martino sul Fiora, ed è raggiunta anch’essa dalle spettacolari Vie Cave che la collegano alle altre necropoli della zona, nel suggestivo scenario del Parco Archeologico del Tufo. Sovana, oltre ad aver fornito testimonianze eneolitiche, si sviluppò principalmente in epoca etrusca; le tombe monumentali presenti nella zona sono un centinaio. Notevoli esempi sono la Tomba della Sirena, a edicola, in localita Poggio di Sopra Ripa, la Tomba del Tifone sul Poggio Stanziale, la Grotta Pala sul Poggio Prisca e, soprattutto, la monumentale Tomba Ildebranda sul Poggio Felceto. La Tomba Ildebranda, completamente scavata nella roccia, si presenta come un tempio monumentale con porticato a sei colonne che poggiano su un podio con due scalinate laterali; la camera funeraria è raggiungibile attraverso un lungo corridoio centrale in discesa. Lungo la strada che conduce dall’abitato di Sovana a San Martino sul Fiora, è possibile raggiungere i ruderi di un Oratorio Rupestre dalle origini storiche incerte che si presenta scavato nel tufo con una grande croce graffita sul soffitto.

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