Fotografia 14 di Buti, ( Pisa )

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Buti (PI) - In questa casa si narra che nacque Francesco di Bartolo, il primo uomo che commentò in italiano la Divina Commedia di Dante Alighieri. In realtà non si sa con esattezza se Di Bartolo nacque a Pisa o a Buti, ma è certo è che la sua famiglia era originaria di Buti. Di Bartolo fu un importante uomo politico nella Pisa del 300. Fu inoltre un grammatico esperto ed insegnante di latino. Fu professore presso l'Università di Pisa. Si occupò delle Satire di Persio, commentò l’Ars poetica di Orazio e il Doctrinale di Alessandro di Villa Dei. Compose un Dictamen e una famosa grammatica per lo studio del latino, ovvero le Regule gramaticales, comprendente un’appendice di Regule rethorice sempre per uso scolastico. Postillò la Tebaide di Stazio e fece studi su Terenzio. La sua fama è dovuta principalmente al lavoro compiuto sulla Divina Commedia di Dante. Il suo Commento, steso in volgare pisano, è databile tra il 1385 e il 1396. Probabilmente vi lavorò, con modifiche, correzioni e integrazioni, fino alla sua morte, avvenuta a Pisa nell'anno 1406. Il Commento butiano fornisce una puntuale analisi letterale, allegorica e morale all'intera Commedia. Viene spesso citato insieme con Benvenuto da Imola, Landino, Pietro di Dante e Jacopo di Dante.
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Il paese di Buti è un antico borgo ai piedi dei Monti Pisani. Il centro storico racchiude diverse chiese interessanti ed è protetto della possente fortificazione medievale di Castel Tonini. In alto si staglia la pregiata Villa Medicea. La Villa si erge nella parte più antica del paese, in via Marianini del Castel Tonini. La villa fu costruita per volontà dei Medici nel XVI secolo sopra le rovine di una fortezza del XI secolo. Sotto le mura di cinta si può ancora oggi ammirare la antica fortificazione medievale. Inizialmente la Villa Medicea era costituita da una torre e da un’abitazione di capitani fiorentini. Successivamente nel XVI secolo XVII venne ampliata dall’amministratore della fattoria medicea di Cascine, Pier Maria di Domenico Petracchi, e nel secolo successivo venne ceduto a Giovanni Maria Berti. La villa comprendeva un orto, una chiesa, le scuderie ed un giardino. La villa ebee tale conformazione dino alla fine del Settecento. Dopo l'acquisto di Santi Banti, nel secolo XVIII, la villa prese il nome di Villa Delizia, abitazione di lusso. All'interno ancora oggi si possono vedere gli affreschi del Giarrè, artista che lavorò anche alla Certosa di Calci. La villa è su tre piani ed ha una cantina interrata. I piani si sviluppano attorno ad un salone centrale con stanze affrescate. La soffitta è realizzata con tre arcate. Il giardino è su tre terrazzamenti corrispondenti ai livelli della cantina, è abbellito da fontane, statue ed aiuole. Vicino alla villa c'era un passaggio segreto da utilizzare come nascondiglio o per la fuga. Il passaggio è costituito da una grotta naturale, ma oggi non è più accessibile. Castel Tonini è la storica fortificazione che protegge l'antico borgo di Buti, subito accanto alla riva destra del Rio Magno. Gran parte della mura che circondavano il paese sono ormai distrutte, ma è ancora presente la porta di accesso al paese. Il castello ha una forma robusta e massiccia nello stile dei forti medievali. Il castello è stato profondamente restaurato nei primi anni del 1900. Durante i lavori sono state aggiunte eleganti bifore gotiche. Attorno al castello sorgono le abitazioni del centro del paese e una passeggiata notturna tra i vicoli, tra il silenzio e lo scrosciare del Rio Magno, portano una atmosfera medievale carica di sensazioni. Nel cuore del borgo sorge il Duomo del paese, la chiesa di San Giovanni Battista. La Pieve di San Giovanni Battista di Buti esisteva già prima dell’anno 1000. Nell'anno 1296 da essa dipendevano addirittura nove Chiese. La chiesa sorge su un edificio romanico le cui tracce sono pressoché inesistenti. Nel 1607 il pievano Flaminio Guerrazzi avviò i lavori di ricostruzione. A tale epoca risale la facciata in stile barocco. Il 10 giugno 1901 a cura del pievano Enrico Capocchi iniziarono i lavori di ampliamento della Pieve. Mantenendo la facciata furno prolungate le navate verso est, costruita una nuova zona presbiterale, innalzata la cupola, modificati i soffitti e i finestroni. Il progetto venne seguiti dall’architetto fiorentino Giuseppe Castellucci. Attualmente la chiesa è Duomo perché è la Chiesa Maggiore delle otto esistenti a Buti.